Fieno e Pascolo - Caprilli & Cavalli

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Fieno e Pascolo

Fieno

Per Lucio Gratani:
Fieno
Pascolo/Prato
Sulla

Per C.E.G. Hope:
Fieno



Note tratte dal libro:
"Elementi di Ippicoltura" di Lucio Gratani, edito dalla Edagricole di Bologna nel 1983.

"I fieni, come noto, derivano dalla trasformazione delle erbe che
sottoposte a particolari operazioni possono successivamente essere
immagazzinate a conservate al fine di utilizzarle come alimento principale o integratore in carenza di pascolo.

Il contenuto in principi nutritivi a la digeribilita' del fieno sono legati allo stadio di maturazione delle erbe al momento della fienagione. Si e' fatto rilevare come con l'avanzare dello stadio vegetativo aumenti il contenuto in fibra grezza, diminuendo nel contempo le proteine, i sali minerali e la stessa digeribilita'.

I metodi di fienagione, imballatura a conservazione influiscono
notevolmente sulla qualita' e di conseguenza sul valore nutritivo dei fieni.

Il loro valore alimentare e commerciale e' da valutare in ordine alla composizione botanica ed analitica, al colore, all'odore, allo stato di conservazione, all'invecchiamento. Si basa pertanto su caratteristiche organolettiche (aspetto, odore, consistenza, impurità), botaniche (composizione floristica) a chimiche (contenuto in proteina grezza, fibra grezza, sali minerali, ecc.).

Le operazioni di fienagione e conservazione comportano calo del valore nutritivo del fieno rispetto all'erba per effetto dei processi respiratori durante la fase dell'essiccamento, dei processi fermentativi, della perdita in foglie e semi. Da considerare infine la minore digeribilita a l'aumento del lavoro di masticazione a di assimilazione richiesto da questo alimento con conseguente maggiore dispendio di energie da parte del soggetto alimentato.

In riferimento alla composizione floristica i fieni si distinguono in
polifiti provenienti da prati naturali a prati-pascoli e di leguminose (medica, trifoglio, lupinella, ecc.). Riferiti al taglio assumono il nome di maggengo, agostano, terzuolo.

I fieni provenienti da prati naturali e prati-pascoli possono presentare una larga variabilita' delle caratteristiche organolettiche e nutritive legate, oltre alle gia' citate operazioni di raccolta, anche e molto strettamente alla loro natura polifita. Come noto la composizione floristica e' strettamente correlata all'andamento climatico stagionale, che può favorire o meno la vegetazione delle diverse specie.

I fieni di leguminose sono caratterizzati da una maggiore ricchezza percentuale in proteine (mediamente 7-12% di proteina digeribile contro il 4-6% del polifiti) ed una relazione nutritiva piuttosto stretta 1:3 - 1:5, quella dei polifiti oscilla fra 1:8 - 1:10.

Sono inoltre molto ricchi di calcio in forma fortemente assimilabile, di caroteni e vitamine del complesso B.

Nel caso in cui l'allevatore sia costretto all'acquisto di fieno occorre tenga presente alcuni criteri di esame che, anche senza il ricorso ad analisi chimiche, possono dare sufficienti garanzie di buona valutazione del prodotto acquistato. L'esame deve essere accurato e puntare al rilievo dei:

a) caratteri botanici per il riconoscimento della composizione floristica sia per valutarne la ricchezza e di conseguenza il valore nutritivo, sia per assicurarsi che cattive foraggere quali piantaggini, gramigne, giunchi ed altre siano presenti in quantita' irrilevanti. E da escludere infine la presenza di piante dannose per la loro tossicita': ranuncoli, ellebori, belladonna, ferula, ecc.

b) caratteri organolettici quali :

- il colore: pur variabile a seconda della composizione floristica, nel fieno di buona qualita' e' verde chiaro, piu' intenso quello delle leguminose.

- l'odore e' elemento importantissimo. Quello tipico e' fragrante,
gradevole. La presenza di labiate (timo, salvia, menta) lo accentua notevolmente. Odori sgradevoli di muffa, di catrame, di riscaldato, di marcio devono far valutare negativamente il fieno in esame.

- la consistenza: un buon fieno deve essere tenero, morbido, ricco di foglie, senza steli duri. Da respingere fieni grossolani, poveri di foglie, con steli legnosi, che abbiano subito i danni conseguenti a pioggie e umidita'.

- l'impurita: da respingere fieni contenenti terra o altri corpi estranei dovuti a cattiva raccolta, muffe, acari, detriti. Tali fieni sono particolarmente pericolosi nel cavallo perche' provocano gravi irritazioni laringee e bronchiali, a lungo andare possono determinare anche enfisema polmonare. L'accumulo di terra e sabbia net tubo digerente e' frequente causa di gravi coliche.

Nell'alimentazione del cavallo e' molto apprezzato il fieno di prati
polifiti del taglio maggengo.

La percentuale delle leguminose, specie dei trifogli, non deve essere eccessiva ad evitare possibili disturbi digestivi. Tra i fieni di
leguminose il piu' adatto, anche se piu' raro, e' ritenuto quello di
lupinella, che pur avendo un contenuto proteico piu' basso non provoca meteorismo ed i sopra accennati disturbi.

Si possono concludere queste brevi note dedicate ai foraggi [parte
precedente del capitolo ndr] riassumendo la loro importanza
nell'alimentazione del cavallo per l'apporto di volume, di sostanze
energetiche e proteiche, di vitamine a sali minerali. Come gia' ricordato la parte preponderante dell'energia è fornita dalla trasformazione delle cellulose.
Il fieno inoltre e' uno degli alimenti piu economici.

I polifiti costituiscono i fieni ideali per la loro interazione. Le
leguminose infatti forniscono alla razione una buona componente proteica,mentre le graminacee condizionano l'effetto irritante, meteoritico e lassativo delle prime.

Del tutto sconsigliabili sono gli insilati che per l'abbondante contenuto in sostanze tossiche derivate dalle fermentazioni incidono negativamente sulla funzionalita' del delicato apparato gastro-enterico del cavallo."



Lucio Gratani separa anzitutto il discorso tra pascolo e prato.

Per il pascolo dice:

"Il pascolo ideale per il cavallo e' rappresentato da un equilibrato
miscuglio di graminacee e leguminose. Fra le prime molto appetite le poe, le festuche, le fleo, i logli [e qui siamo sul rye-grass...]. Fra le leguminose di grande valore nutritivo le mediche ed i trifogli. Minore importanza riveste la presenza di altre famiglie: composite, ombrellifere, crucifere, molto spesso scartate durante il pascolamento ed appetite solo dopo affienatura."

Parlando invece del fieno (prato):

"....Nell'alimentazione del cavallo e' molto apprezzato il fieno di prati polifiti del taglio maggengo.
La percentuale delle leguminose, specie dei trifogli, non deve essere eccessiva ad evitare possibili disturbi digestivi. Tra i fieni di
leguminose il piu' adatto, anche se piu' raro, e' ritenuto quello di
lupinella, che pur avendo un contenuto proteico piu' basso non provoca meteorismo ed i sopra accennati disturbi."


Infine ancora sulla "sulla" (dalla EST):

"Sulla (Hedysarum coronarium). E' una specie rustica, particolarmente resistente alla siccita', non invece al freddo. Vegeta bene soltanto in presenza di Batteri simbionti localizzati sulle radici. Questa foraggera predilige terreni argillosi e occupa il terreno per due o tre anni, alternandosi per lo piu' con colture di cereali."


 

Lucio Gratani e' un veterinario che ha esercitato a Pinerolo e a Grosseto e poi all'Istituto di Incremento Ippico della Sardegna (ne era il Direttore almeno dal 1973 al 1983).
                                          



Ecco quello che dice sul Fieno C.E.G. Hope nel suo libro "Come si Tiene un Cavallo" edito dalle L.L: Edizioni Equestri, con traduzione di Laura De Alessio e Andrea Garbarino. Titolo originale dell'opera: "Horse Management".
 

"Fieno e erba.
II fieno e' erba verde di varie specie, che e' stata tagliata a fatta
seccare in un fienile. Questa essicazione causa un notevole cambiamento nelle proporzioni dei suoi componenti: in particolare gli alimenti energetici accrescono la loro importanza a aiutano notevolmente la digestione. Gli elementi costruttori di muscoli aumentano anch'essi mentre il contenuto di acqua scende di colpo.

Roger Pocock, che viaggio' con un cavallo da tiro dal Canada alla
California, noto' che l'erba maturata ed essicata dal sole aveva costituito un alimento sufficiente per il suo cavallo nel corso di tutto il viaggio, terminato in buone condizioni.

I cavalli montani e di brughiera si sviluppano vigorosi pur cibandosi soltanto di fieno, senza aggiunte di avena o di altri cereali.

Nonostante tutto, il fieno non e' sufficiente per quei cavalli che
sostengono una grossa mole di lavoro o per cavalli di grandi proporzioni.
Questo alimento infatti, non essendo concentrato come l'avena, "riempie" molto. Le sue funzioni, oltre a quelle di contribuire alla costruzione dei tessuti a aIla creazione di energia, consistono nell'aggiungere volume al pasto e nell'aiutare la digestione.

Il fieno inglese e' generalmente di due tipi: da prato e da seme.

Il fieno da prato viene ottenuto da un terreno destinato a quello scopo da molto tempo.

Il fieno da seme invece e' seminato a rotazione e si puo' lasciare per uno, due o tre anni. Viene valutato a seconda dal numero di anni.

Il fieno da prato contiene una gran varieta' di erbe ed ha un suo tipico aroma; molti pensano, compreso l'autore, che sia insuperabile. Il fieno puo' provenire da prati artificiali (di erba medica, di sulla, di lupinella) a da prati naturali (e allora e' piu vario e nutriente). I migliori fieni sono quelli tagliati su prati ad alte quote.

Il fieno raccolto in maggio si dice maggeno ed e' il migliore. Quello raccolto in agosto si chiama agostano o di secondo taglio. Il terzuolo o settembrino non e' di buona qualita e non viene usato per i cavalli (n.d.t.).

Il fieno da seme contiene una quantita' minore di erbe vere e proprie, ma una quantita' notevole di altre specie di erbaggi. Quasi sempre e' piu' coriaceo del fieno da prato e cresce abbondante. Generalmente e' migliore, quanto a potere nutritivo, rispetto a quello da prato. Il buon fieno deve essere verdastro o di colore bruno pallido (ma non giallo), croccante ma non facile a rompersi nella mano, di gusto zuccherino. Inoltre dovrebbe avere quella ben nota fragranza che sempre associamo all'erba appena tagliata.

Le erbe devono essere fiorite e tagliate prima della formazione dei semi.
Non vi devono essere muffe o tracce di sporcizia. Evitate il fieno nerastro.

Se non potete immagazzinare una grande quantita' di fieno, cioe' piu' o meno una tonnellata, la miglior soluzione consiste nel comprare il fieno in una volta sola ma di lasciarlo nel fienile, facendovene mandate solo un po' alla volta.

Il miglior fieno da comprare e' quello vecchio con piu' di 6 mesi e meno di diciotto. Il fieno giovane e' piu' soffice e piu' dolce e contiene piu' erba che il vero fieno; dopo 18 mesi la qualita' del fieno comincia a deteriorarsi a scapito del potere nutritivo.

Dovete stare attenti nell'ordinare il fien, perche' se fate l'ordinaziane, diciamo alla meta' di ottobre, potete ottenere il fieno dell'estate, tagliato in giugno e percio' piu giovane di 6 mesi almeno e il commerciante sara' giustificato e onesto nel considerarlo fieno invecchiato. La ragione di cio' sta nel fatto che si deve fissare una data, arbitraria quanto si voglia, per separare il fieno vecchio da quello nuovo: il giorno e' il 29 settembre, festa di San Michele, che fa diventare "vecchio" il fieno.
Percio' indagate sempre sul periodo in cui e' stato tagliato.

Il fieno viene somministrato in due modi: Iungo, come supplemento della razione ordinaria, oppure trinciato e mischiato ad una razione di granaglie.

La paglia puo' essere talvolta impiegata in sostituzione del fieno, nel qual caso deve essere paglia di avena. Non ha un gran potere nutritivo, ma contiene molte fibre legnose che sono pure utili.

Dovrebbe essere somministrata al cavallo sminuzzata, non lunga, come supplemento al posto del fieno se il cavallo mangia molta avena, diciamo cinque chili, essendo in tal caso migliore del fieno dal punto di vista della sua digestione.

Il cibo verde, formato dalle erbe verdi che poi costituiscono il fieno (l'erba medica, la lupinella, il trifoglio ) si puo' mescolare con gli alimenti ordinari in primavera e in estate, ma solo in piccole quantita' e gradatamente. Tutto il cibo verde ha un effetto lassativo e il cavallo ci si deve abituare gradatamente. Esso viene ovviamente usato come premio e come leccornia, al pari delle carote, delle mele e degli zuccherini.

L'erba medica e' uno degli alimenti migliori. Se avete un pezzo di terra coltivato a erba medica vicino alla scuderia, ne trarrete un sicuro vantaggio. Sia come erba che per fieno, l'erba medica deve essere tagliata prima della fioritura, durante la quale perde la maggior parte delle sue qualita' nutritive."






 
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